I guidatori di oggi, evoluzione degli stili di guida e dei comportamenti in strada
Ci pensiamo poco, ma quando ci mettiamo alla guida della nostra automobile non desideriamo soltanto spostarci da un punto ad un altro. Per portare i bimbi a scuola, per trasferimenti di lavoro o per andare in vacanza, le esigenze sono molteplici. E anche i bisogni sono aumentati, soprattutto con l’incremento della tecnologia.
Poi troviamo quello sempre connesso, che non riesce a staccarsi dagli amici di Facebook o Whatsapp, eh sì, perché non è più possibile distaccarsi da queste nuove protesi elettroniche. Questi soggetti sono molto pericolosi perché non solo fanno due cose insieme (guidare e parlare), ma spesso maneggiano il telefono e guardano lo schermo invece di prestare attenzione alla strada.
Donna e telefono su strada
Il prepotente è invece colui che ti si attacca dietro il paraurti e ti abbaglia per poterti superare immediatamente, altrimenti supera a destra e via col gas schiacciato. E’ in competizione continua con tutti e con se stesso. E’ impregnato di ansia di prestazione e reagisce sempre di “pancia”. Pericoloso e rancoroso.
Dalla parte opposta abbiamo gli iperpremurosi che, allo scattare del semaforo verde, ci pensano sempre su un po’ prima di ingranare la prima e ripartire. E questi fanno venire il nervoso, soprattutto a chi ha premura ed è impaziente. Il rischio di far salire la tensione è elevato. Di solito si tratta di persone mature che per prudenza estrema, vanno al rallentatore anche se non sono pericolose tranne quando escono dal ciclo urbano.
Automobilista alterato
Gli individualisti sono invece coloro che fanno molto semplicemente i propri comodi, parcheggiano davanti al passo carraio, si fermano a caricare persone in mezzo al traffico. A volte accelerano e frenano a loro piacimento e soprattutto sono incuranti di quello che avviene attorno a loro.
Il non lo faccio più, è quell’automobilista normale, di tutti i giorni che per pigrizia magari non si allaccia le cinture (tanto in città non servono), non dà la precedenza ai pedoni alle strisce pedonali, dimentica di mettere la freccia alle svolte od ai cambi di corsia. Lo fa, si pente, e riprende a farlo tranquillamente, cancellando la memoria dei giorni precedenti.
Uomo con telefono al volante
Il prudente è colui che pensa sempre che debba accadere qualcosa e quindi ha paura di tutto, anche del casello autostradale per cui quando ritira il biglietto resta a mezzo metro dalla macchinetta e poi magari deve aprire lo sportello per ritirare il pezzo di carta o il resto. Poi risale in macchina, chiudendo piano la portiera, mettendosi la cintura e via con calma perché anche il paracarro “a volte si muove”.
Il cafone è colui che, oltre a non rispettare sempre propriamente le regole, ha anche la pessima abitudine di manifestare la propria arroganza verbalmente o gesticolando vistosamente nei confronti di tutti gli altri.
Vi ritrovate, pensate di incarnare qualcuna di queste figure o magari più di una contemporaneamente? Benvenuti nella giungla d’asfalto che sono le nostre strade.
Risutato? Noi italiani, in media, siamo un popolo indisciplinato e refrattario alle regole, anche quando siamo al volante della nostra automobile. Secondo una ricerca di mUp Research, eseguita su espressa richiesta di facile.it (il comparatore di polizze), nel 2015 circa 19 milioni di automobilisti italiani hanno commesso un'infrazione. Si tratta del 56% di coloro che hanno una patente valida, in pratica uno su due.
Sembra che il 31% delle infrazioni riguardi proprio l’utilizzo del telefonino o smartphone alla guida. Il dato è preoccupante oltre che realistico. Basta guardarsi intorno a lato strada ed è presto fatto, ne vediamo tante di persone distratte a scrivere messaggini o a parlare senza bluetooth o auricolare. La distrazione è servita. Una buona notizia emerge da queste indagini: le donne appaiono più prudenti e commettono meno infrazioni degli uomini che, forse per indole o per presunzione, si sentono più sicuri e spavaldi.
Buon Viaggio.