Leapmotor arriva in Europa grazie a Stellantis
Gli accordi tra Leapmotor Auto International e il Gruppo Stellantis sembrano ormai essersi conclusi. È già stato scelto il Brand Manager per l’Italia, che sarà Mathieu Ammassari (ex PSA) e sono già pronti due modelli per il lancio europeo: Leapmotor T03 e Leapmotor C10.
Resta per ora l’incognita sul nome, ma se non sarà Leapmotor Italia, sarà qualcosa di molto simile, anche perché presso il Ministero dell’Economia si sta ancora discutendo in merito all’opportunità di sostenere una fabbrica di vetture cinese in Italia.
Stellantis e Leapmotor una strategia per l’Europa
Vediamo meglio di cosa si tratta e quali sono le implicazioni tra il Gruppo automobilistico italo-franco-americano e la start-up cinese per la produzione di auto.
Per iniziare, bisogna essere al corrente dell’esistenza di una nuova strategia europea, volta ad imporre dazi alle vetture prodotte in Cina e importate in Europa. Questo metodo di tutela della produzione nostrana ha cambiato lo scenario del settore automotive.
Frontale Anteriore di Leapmotor C10
Da qui l’investimento di 1,5 miliardi di Euro del Gruppo Stellantis, guidato da Carlo Tavares che ha così trovato un modo per avere una gamma di vetture elettriche a basso prezzo, evitando allo stesso tempo i dazi che l’Unione Europea sta introducendo per la produzione dei veicoli cinesi.
Insieme contro la tassazione, ma a beneficio di chi?
Leapmotor e Stellantis hanno costituito una joint-venture, nella quale il Gruppo Stellantis, che detiene anche il controllo dei marchi FIAT, Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Citroen, DS, Peugeot e Opel, ha il 51% della quota di Leapmotor.
Questa unità speciale ha l’esclusiva per la produzione e vendita dei prodotti cinesi al di fuori della Cina e, in particolare, si occuperà del mercato europeo, dove avverrà parte della produzione ai fini della commercializzazione locale.
Se inizialmente si pensava di sfruttare gli stabilimenti italiani di FIAT poco sfruttati, pensiamo a Mirafiori (a Torino), dove la produzione della FIAT 500 elettrica è ferma e gli operai sono in cassa integrazione, ora è stato annunciato che le prime T03 saranno realizzate nello stabilimento Stellantis di Tichy, in Polonia, dove si producono già le FIAT 600e, la Jeep Avenger e l’Alfa Romeo Junior (realizzate sulla stessa piattaforma) e dove la manodopera ha un costo più basso che in Italia.
La storia di Leapmotor
Leapmotor è un’azienda molto giovane, nata nel 2015, grazie all’imprenditore cinese Jiangming Zhu. Inizialmente chiamata Zhejiang Leapmotor Technology Co., può essere considerata una start-up, completamente dedita allo sviluppo e produzione di autoveicoli di concezione elettrica, con piattaforma ad architettura modulare.
I volumi di produzione sono ancora bassi, in quanto la casa automobilistica ha realizzato 400.000 unità nei suoi cinque anni di attività produttiva, con 144.000 vetture solo nel 2023, un inizio promettente. Per il lancio europeo, i modelli saranno due: la piccola T03 e il SUV C10.
I progetti di Stellantis
Il vantaggio che Stellantis intende sfruttare, oltre ai siti di produzione, è la rete di distribuzione, ovvero i concessionari dei vari marchi posizionati in Europa, dove sono previsti 350 punti vendita pronti per la fine del 2024, i quali saliranno a 500 entro il 2026.
Leapmotor C10 Vista dall'Alto
Si partirà da Paesi europei quali Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Romania, Spagna e Regno Unito, per poi arrivare ai mercati dell’Africa e del Medio Oriente come Turchia e Israele. Infine, le vendite andranno ad estendersi nel Sudest asiatico e nel Pacifico orientale, con Australia, Malesia, Nuova Zelanda e Thailandia.
Le auto di Leapmotor per il lancio europeo
Leapmotor T03, la prima vettura pensata per il mercato italiano
Prezzi sotto i ventimila Euro e quasi quattrocento chilometri di autonomia in città sono i due biglietti da visita per la T03, che entra nel segmento delle utilitarie elettriche, pensate per l’ambiente metropolitano e il traffico cittadino.
La carrozzeria
Leapmotor T03 assomiglia ad una Twingo elettrica oppure a una Smart Forfour elettrica, ha le carte in regola per entrare nel segmento A, quello dominato dalla FIAT Panda che oggi, nell’ultima versione mild hybrid (ibrida leggera), si chiama FIAT Pandina.
Laterale di Leapmotor T03
La vettura, essendo nata nel 2020, non è l’espressione dell’ultimo grido di design e ha un carattere decisamente orientaleggiante, senza spigolature e senza un carattere forte, né uno stile marcato. Punta piuttosto sulla praticità, sullo spazio a bordo e sull’economia di gestione, oltre che sul prezzo aggressivo.
Il motore elettrico
T03 è dotata di un propulsore elettrico da 95 CV, alimentato da un pacco batteria agli ioni di litio da 37,3 kWh.
L’autonomia dichiarata è consona all’uso cittadino e misto: 265 km nel ciclo combinato WLTP e fino a 395 km nel ciclo metropolitano, dove si può utilizzare la modalità di guida Eco, tra le quattro presenti su questo modello oltre alla Standard, alla Comfort e alla Sport.
I sistemi per la sicurezza attiva
Qui troviamo uno dei primi punti di forza della T03: si tratta della guida autonoma di livello 2, supportata da 3 telecamere, 3 radar ultrasonici e 2 ulteriori radar a onde millimetriche.
Sempre sul fronte ADAS, la “piccolina” è anche dotata di sistema di controllo e mantenimento della corsia, sistema di controllo dell’angolo cieco e cruise control adattivo.
Leapmotor T03, interni e abitacolo minimal, ma tecnologici
La plancia, in linea con gli esterni, non ha una sua identità ben definita, sembra molto simile a quella di tante altre vetture analoghe e non di quelle più recenti.
Troviamo qui due display digitali, inseriti in maniera poco armonica nel contesto, in quanto sembrano più che altro due tablet dal look piuttosto "cheap", senza una particolare continuità con le linee della plancia.
Il primo display è collocato dietro al volante multifunzione, si tratta di uno schermo da 8” che è destinato a fornire al guidatore le informazioni sulla strumentazione e sull’andamento della vettura durante la guida.
Il secondo schermo, questa volta da 10,1”, è quello destinato alle funzioni di infotainment, è dotato di connettività 4G e sfrutta gli aggiornamenti OTA (Over The Air) per mantenere il sistema operativo sempre alla versione più recente.
Si conclude con due porte USB Type A per la connettività (in aggiunta a quella Bluetooth) e ricarica dello smartphone, oltre alla classica presa di ricarica da 12V, collocata dove un tempo si trovava l’accendisigari. Tutte dotazioni standard, nulla di particolare.
Il prezzo di lancio
Leapmotor T03 ha un prezzo annunciato sotto i 19.000 Euro, ai quali va detratto l’incentivo rottamazione.
Il listino è in linea con l’ultimo riallineamento di Dacia Spring a 18.900 Euro, che è peraltro la concorrente diretta, sia come dimensioni che come prezzo.
Tre Quarti Posteriore di Leapmotor T03
Qui la strategia di Leapmotor sui prezzi è dichiarata, come lo è anche il target di clientela.
Leapmotor C10, il SUV per l’Europa
Le ambizioni delle auto Leapmotor non sono solo quelle di aggredire solo il segmento A delle utilitarie, ma anche quello dei D-SUV.
La carrozzeria
È qui che troviamo la BEV (Battery Electric Vehicle) ad emissioni zero Leapmotor C10, una vettura che assomiglia vagamente all’Alfa Romeo Tonale, massiccia e squadrata, anche se con angoli smussati e una linea comunque tutto sommato gradevole.
Laterale di Leapmotor C10
Ha dimensioni importanti ma non eccessive: lunghezza di 4,7 metri, larghezza di 1,9 metri e altezza di 2,8 metri. Il bagagliaio ha una capienza di 435 litri, che arriva a 1.410 litri con gli schienali dei sedili posteriori abbattuti.
Motore, telaio e batteria
Il motore, come per la T03, è completamente elettrico, dotato di 218 CV e 320 Nm di coppia.
La struttura e l’architettura del telaio Cell-to-Chassis permette di incorporare il pacco batteria da 69,9 KWh nel pianale della vettura, migliorando lo spazio interno e aumentando la rigidità torsionale del telaio. L’autonomia dichiarata è di 420 Km.
Il caricatore in dotazione è da 6,6 kW e può essere utilizzato per ricaricare la vettura in corrente diretta fino a 48 kW, presso le colonnine oppure tramite un wallbox, in soli 36 minuti. Ovviamente si può sfruttare anche la rete domestica, nel qual caso, sfruttando la corrente alternata, i tempi per la ricarica dal 30% all’80% sono di 3 ore e mezzo.
La sicurezza a bordo
Anche qui, le dotazioni per la sicurezza sono totalmente all’altezza: abbiamo una guida autonoma di livello 2, con 17 funzioni di assistenza al conducente.
I fari Full LED sono ad alta luminosità, in grado di garantire sempre una visibilità ottimale, mentre la telecamera a 360° è l’ideale per parcheggiare con facilità, evitando potenziali collisioni.
Gli interni
Qui abbiamo una plancia più armonica di quella della T03: il look è minimal e i display a forma di tablet sono non solo più grossi ma anche di migliore fattura.
Il quadro strumenti digitale è da 10,25” e lo schermo centrale, destinato all’infotainment, è di ben 14,6”, dotato di navigatore satellitare integrato che si mantiene sempre aggiornato tramite le funzioni OTA, proprio come il sistema operativo della vettura.
Interni di Leapmotor C10
Molto meglio anche l’implementazione dei sistemi per la ricarica dello smartphone, poiché qui abbiamo sia le prese USB-A che le USB-C, nella parte anteriore (ben nascoste) e in quella posteriore dell’abitacolo. C’è persino un pad per la ricarica wireless da 15W.
Le informazioni riguardanti la ricarica della vettura sono gestite dal sistema Free2move Charge, il quale integra molto bene il software, l’hardware e il sistema di ricarica, così da gestire in maniera ottimale i consumi della vettura.
Il prezzo della Leapmotor C10
Andiamo al sodo: Leapmotor C10 ha un prezzo molto accattivante e pensato non solo per convincere gli automobilisti più tradizionali a passare ad una vettura cinese, ma anche a convertirli ad un’auto elettrica per la famiglia e per il lavoro, dotata di ottimi contenuti e con le dimensioni giuste.
Bastano 36.400 Euro per salire a bordo di questo SUV, un prezzo che ci sembra aggressivo e che riteniamo possa permettere a questa nuova arrivata di guadagnarsi una sua fetta sul mercato dei D-SUV.
Le nostre conclusioni su Leapmotor
Guardando alla strategia di Stellantis, non possiamo che fare alcune considerazioni in merito alla sua collaborazione con Leapmotor International.
A primo impatto, si denota che il Gruppo Stellantis intenda mettere a disposizione del grande pubblico delle vetture accessibili, che siano elettriche a zero emissioni e pronte per la transizione ecologica. La qualità costruttiva potrebbe rivelarsi all’altezza oppure no, questo sarà il tempo a stabilirlo.
Frontale Anteriore di Leapmotor T03
Notiamo però un problema di fondo, ovvero la natura degli investimenti fatti dal colosso automobilistico Stellantis che non ci sembrano molto corretti nei confronti della clientela, specie di quella italiana.
I fondi statali a beneficio di Stellantis
Si stima che tra 1990 e il 2019, Stellantis (ai tempi FIAT e poi FCA) abbia beneficiato di ben 4 miliardi di Euro di contributi finanziati dal Belpaese, al fronte di 10 miliardi di Euro investiti dalla Casa automobilistica.
Oggi i dipendenti di Mirafiori sono in cassa integrazione e la produzione delle vetture si sta spostando sempre più su Paesi dove i costi della manodopera sono inferiori, come la Serbia oppure la Polonia.
Il governo Meloni sta tuttora finanziando la produzione delle vetture di Stellantis che ancora vengono fabbricate in Italia, come la FIAT 500 elettrica (ricordiamo che la produzione a Mirafiori è tuttora ferma), le Jeep ibride e persino la Panda a benzina (con emissioni comprese tra i 61 e i 135 g/km).
Sono stati anche investiti 350 milioni di Euro per convertire lo stabilimento di Termoli (Molise) in una gigafactory, tuttavia Stellantis non sembra interessata al progetto.
Finanziamenti a fondo perduto?
Per concludere: i soldi dei cittadini vanno nelle casse dello Stato tramite le tasse, lo Stato utilizza questi soldi, tra le altre cose, per finanziare le imprese perché queste a loro volta investano nello Stato, costruendo stabilimenti sul territorio nazionale per generare posti di lavoro. In questo modo, i soldi tornano nelle tasche dei cittadini.
Ma cosa succede se un’azienda che riceve fondi italiani decide invece di investire dove costa meno? Semplicemente, i fondi dei contribuenti italiani finiscono in un altro Paese, senza più tornare indietro.
Tre Quarti Posteriore di Leapmotor C10
Per tale motivo, le vetture di Leapmotor potranno anche costare meno, soprattutto grazie allo stratagemma di Stellantis volto ad evitare i dazi sulle auto cinesi, però se queste non verranno nemmeno prodotte in Italia sarà tutto il popolo italiano a pagare, anche chi non ha nemmeno la patente, soprattutto visto che quei soldi non torneranno.