Marcello Gandini al MAUTO: un genio del design al servizio dell'automobile in mostra a Torino
Il MAUTO non è una semplice mostra di automobili, è una raccolta di ricerca, di filosofia di storia dell’evoluzione dell’automobile, del modo di concepire l’espressione della forma della velocità, dell’essenza del design.
“Marcello Gandini. Genio nascosto”, questo il titolo della mostra. Gandini non ha solo creato modelli come la Stratos o la Miura. L’idea di questa mostra è quella di far emergere il designer, il progettista, il visionario, e mostrare alcune delle sue più importanti creazioni: dalle sagome modellate delle berlinette sportive, alle linee compatte delle city car; dai progetti, solo pensati e mai realizzati. Troviamo anche le idee allora rivoluzionarie per riorganizzare la fabbrica e i modi di produzione che allora determinavano il successo di un modello rispetto ad un altro per la qualità o per i costi di produzione.
La ventata di innovazione che ha portato Gandini è una fusione tra ingegneria e design, ma non si limita alle supercar da sogno, si applica anche alle utilitarie, alle moto, agli elicotteri.
Il suo genio viene raccontato in questo “evento” a Torino con due percorsi. Il primo raccoglie di documenti originali, oggetti e filmati che aprono la luce sulla storia e la produzione di Gandini. Il secondo è un’immersione nelle realizzazioni, nei modelli veri di quella che è stata poi la concreta applicazione delle sue idee: le automobili e non solo.
Nuccio Bertone e Marcello Gandini
Alfa Romeo Carabo
Gli esemplari più famosi che troviamo in questa mostra a Torino sono la Stratos Zero, la Lamborghini Miura, la Lamborghini Marzal (prototipo mai entrato in produzione), l’Alfa Romeo Montreal 1967 e Alfa Romeo Carabo, Maserati Khamsin.
Molte di queste vetture sono state concepite e realizzate durante il periodo in cui Marcello Gandini ha lavorato presso la Carrozzeria Bertone (ora i carrozzieri di questo genere si chiamano deisgner), ma molti altri sono le vetture che poi si sono ispirate alle idee del “genio nascosto” per la loro realizzazione.
Dopo le due importanti esposizioni dedicate a Giorgetto Giugiaro e a Leonardo Fioravanti, quella dedicata a Gandini è più complessa ed in un certo senso leggendaria ma rivoluzionaria in quando di concentra sul mondo del design da sempre alla ricerca di esempi di pensiero autonomo e rivoluzionario.
Alfa Romeo Carabo in museo
Con Gandini, il design esce dal mondo della meccanica pura (in questo senso la scuola torinese che si identifica nel coraggioso percorso di Nuccio Bertone è un valido supporto), e inizia a dialogare al di fuori dei confini tematici del car design, interagendo con la pop art, con la mitologia della conquista dello spazio, con il “fashion design”.
Ammiriamo Gandini perché è stato il progettista del nuovo, del mai visto, il talento su cui scommettere. Un vero visionario che ha saputo fare squadra e che ha trovato il suo modo per contribuire al genio italiano che ha dato un segno molto marcato alla storia dell’automobile nel mondo.
Lamborghini Miura
Lancia Stratos HF