Auto, limiti di CO2 e ecotassa: una panoramica
Le auto inquinano, non è una novità.
In un mondo sempre con una sempre maggiore presenza di veicoli, questo è un fattore importante di cui bisogna tenere conto. Sono molte le sostanze inquinanti emesse da un veicolo a motore endotermico, tuttavia oggi vogliamo concentrarci e soffermarci sulle emissioni di anidride carbonica.
Infatti proprio questa sostanza è già entrata nel 2020 nel mirino dell’Unione Europea come responsabile di un eccessivo aumento dell’effetto serra e dell’inquinamento globale.
Ecco quindi come si arrivò a decretare un limite per le emissioni di CO2 da parte delle vetture immatricolate nei paesi appartenenti all’Unione.
tante sono le persone che vogliono meno inquinamento
In realtà si tratta di un vero e proprio piano con una sua roadmap, che prevede entro il 2030 di raggiungere l’ambizioso obiettivo di 59 grammi per chilometro di CO2 emessa da ogni automobile.
Secondo il piano, per il 2020 i nuovi veicoli immatricolati da ogni casa automobilistica non potranno superare una media di 95 grammi per chilometro sul 95% delle vendite effettuate.
E’ importante anche conoscere quanto inquini la nostra auto: il valore è riportato sul libretto di circolazione, nel terzo o quarto quadrante, calcolato sul ciclo misto secondo omologazione WLTP.
Chiariamo le cifre
Andando a chiarire un po’ il discorso, quanto detto finora significa che a partire dalla base del 95% di auto vendute da ogni casa costruttrice durante il periodo dell’anno 2020, la media delle emissioni di CO2 deve essere nei limiti di 95 grammi per chilometro.
Bisogna poi chiarire che già nel 2021 il calcolo viene invece fatto sul 100% del volume di vendita. Le case costruttrici che non dovessero rispettare questi limiti, vedranno erogate a loro carico delle multe molto salate.
Le sanzioni prevedono infatti una multa di 95 euro per ogni singolo grammo di CO2 che va oltre il limite stabilito, moltiplicato per ogni vettura venduta da quella casa nel corso dello stesso anno all’interno dell’Unione Europea.
Al contrario, ogni casa “virtuosa” che immatricolerà un veicolo al di sotto della soglia dei 50 grammi di CO2 emessa per ogni chilometro percorso, riceverà dei crediti da poter utilizzare nei conteggi degli anni successivi.
Bisogna chiarire che sono molto poche le case automobilistiche che nel 2020 rientravano nei parametri richiesti (solo Tesla e forse Toyota) anzi, per alcune di esse si prevedevano e sono avvenuti prelievi e multe che andavano di gran lunga oltre al miliardo di euro.
Tutto ciò nonostante siano state messe in atto diverse “scorciatoie”, peraltro completamente legali, come la possibilità di acquistare crediti da altre aziende più virtuose o integrare le flotte con il carpooling.
aumento della produzione di auto elettriche
Ricordiamo infatti che nel 2019 secondo i calcoli degli esperti, grazie al carpooling aziendale sono state risparmiate 832 tonnellate di CO2.
Inoltre vi è anche stata una rapida corsa all’elettrificazione e alla produzione di veicoli ibridi per abbattere il più possibile le emissioni: case del calibro di Lamborghini, di cui vi avevamo parlato con il piano “Direzione Cor Tauri” si sono messe in primo piano per gli sforzi di ecosostenibilità.
La roadmap dell’Unione Europea prevede uno step intermedio nel 2025, con l’abbassamento della soglia da 95 grammi per chilometro a 81 grammi per chilometro di CO2 emessa da ogni autoveicolo.
Ridurre l'inquinamento stradale è di grande importanza
Il problema adesso è stato l’emergenza Coronavirus, che reso praticamente impossibile il già estremamente difficile piano della UE, rendendo al contempo insostenibili, causa cali di vendite, le maxi multe erogate dalla stessa Unione.
Questo si traduce nella richiesta mossa da diverse case automobilistiche di una moratoria di almeno un anno.
L’Ecotassa: quando il carico cade sul cliente
Durante l’anno 2021 c’è anche stata una rimodulazione dell’Ecotassa, la tassa da pagare quando si immatricola per la prima volta un veicolo con emissioni di CO2 ritenute troppo elevate dal legislatore.
Funziona insomma al contrario dell’Ecobonus, e si tratta di una accisa aggiuntiva da pagare per tutte le auto nuove comprate - anche in leasing - e immatricolate tra il primo marzo 2019 fino al 31 dicembre 2021.
L’importo della somma da versare varia a seconda della quantità di emissioni nocive e segue questa tabella progressiva:
Fino ai 190 g/km | 0 euro |
Fascia 191 - 210 g/km | 1100 euro |
Fascia 211 - 240 g/km | 1600 euro |
Fascia 241 - 290 g/km | 2000 euro |
Fascia sopra i 291 g/km | 2500 euro |
Il pagamento dell’Ecotassa si deve adempiere, contestualmente all’acquisto, tramite un modello “F24 versamenti con elementi identificativi”. Riportiamo anche il codice del tributo, che è 3500.
Tagliando poi la testa al toro, il parere dell’Agenzia delle Entrate sulle auto usate provenienti dall’estero e reimmatricolate in Italia non lascia spazio a dubbi: l’Ecotassa va corrisposta.
Il senso della misura è infatti quello di disincentivare la crescita del numero delle vetture inquinanti presenti in Italia.
sempre più auto elettriche e colonnine
Non sono poche le auto che ricadono in questo balzello: tra esse vogliamo ricordare l’Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio Verde, l’Aston Martin Vantage, l’Audi RS5, BMW M2, M3, M4 e altre, L’Italianissima Ferrari Portofino (di cui vi avevamo parlato qui), la Ford Mustang Coupè e Convertible, la Honda NSX, alcune versioni del Volkswagen Touareg, e molte altre autovetture di marche di lusso.
In conclusione, abbiamo quindi un panorama in continua evoluzione man mano che si evolve il mercato dell’auto.
Essere informati permette di non cadere in facili trappole ed essere anche consumatori più attenti e responsabili, scegliendo magari i brand più virtuosi in termini di emissioni: nel 2020 secondo l’Environmental Protection Agency Honda era in vetta alla classifica, seguita da Hyundai, Subaru, Kia, Mazda, Nissan, BMW, VW, Toyota, Mercedes nelle prime dieci classificate.